Non è opportuno prediligere una particolare arma. Essere troppo avvezzi ad un
determinato strumento è nocivo quanto conoscerlo poco.
Ogni arte ha un suo ritmo. Esiste anche un ritmo del vuoto. [...] Tutta la vita
di un samurai è soggetta alle leggi dell'armonia con i suoi tempi e le sue
cadenze, quando agisce bene e vince o quando sbaglia e perde. [...] Conoscendo
il ritmo del vostro avversario potrete seguire un ritmo che lo sconcerti e
sconfiggerlo.Chi voglia intraprendere la via dell'Hejo (strategia) tenga a mente i seguenti
precetti.
Non coltivare cattivi pensieri.
Esercitati con dedizione.
Studia tutte le arti.
Conosci anche gli altri mestieri.
Distingui l'utile dall'inutile.
Riconosci il vero dal falso.
Percepisci anche quello che non vedi con gli occhi.
Non essere trascurato neppure nelle minuzie.
Non abbandonarti in attività futili.
L'atteggiamento che si deve tenere nei confronti dell'Hejo è lo stesso che si ha
nella vita quotidiana, sia in tempo si pace che in guerra. Il vostro punto di
vista deve essere il più vasto possibile quando esaminate la realtà intorno a
voi. Siate sereni e non perdete le staffe. La mente deve mantenersi al centro e
non fluttuare. Il vostro spirito deve essere saldo, non lasciatevi mai andare,
neppure per un attimo. La vostra mente sia lucida, elastica, libera aperta.
Anche quando il vostro corpo riposa state sempre all'erta. Quando vi muovete
rapidamente la mente deve rimanere distaccata, fredda, essa non deve essere
soffocata dal corpo, né il corpo dalla mente. Affidatevi allo spirito e ignorate
la materia.
Colpire il ne mico nella giusta frazione di tempo significa saper cogliere
l'attimo in cui egli appare indeciso e sferrare il colpo senza muovere il vostro
corpo, né laterare il vostro spirito. Il momento esatto di colpire il il nemico,
prima che abbia deciso di indietreggiare, parare o assalire, è la "giusta
frazione di tempo".
Ni no koshi no utsu (il tempo delle doppie anche)
Questa tecnica si applica attaccando l'avversario e ritirandovi rapidamente,
eseguendo una finta. Il nostro antagonista starà all'erta e poi si rilasserà per
un attimo: in quel preciso istante vibrate il colpo.
Anche se riesci a battere un nemico, se la tua vittoria non si fonda su ciò che
hai appreso, non può essere una vittoria giusta.
[...] bisogna prevenire l'antagonista, non cercando di schiacciarlo con il
nostro impeto, ma adoperandoci per assoggettarlo con fermezza.
Le case sono soggette a cedimenti, così pure i corpi e gli avversari quando il
loro ritmo viene spezzato, facendoli sbilanciare. [...] è un gravissimo errore
non sapere individuare il momento esatto in cui il nostro avversario è sul punto
di cedere.
Far muovere l'ombra
Quando non sei in grado di prevedere la mossa del nemico, fai finta di assumere
una determinata iniziativa: con la sua replica egli tradirà le sue vere
intenzioni e ti risulterà facile batterlo.
Eliminare l'ombra
Eliminare l'ombre si riferisce alla tecnica da usare quando si conoscono i piani
del nemico. In battaglia quando il nemico segue una determinata strategia,
bisogna contrattaccarlo inaspettatamente scombinando i suoi piani e
costringendolo a modificarli; prima che le truppe avversarie si ricompongano si
sferra l'attacco decisivo e si ottiene la vittoria.
Influenzare contagiando
Molte cose si possono contagiare, si può contagiare anche la stanchezza
sbadigliando. [...] Negli scontri fai credere di essere mite e arrendevole e se
il tuo avversario si fa contagiare dal tuo atteggiamento, aggreiscilo con impeto
e annientalo. Si può anche stordire il rivale ispirandogli tedio, remissività o
imprudenza.
Penetrare nell'avversario
Quando gli eserciti sono schierati e ci si accorge che il nemico è molto forte
bisogna attaccare prima un fianco delle sue truppe e sbaragliarle, poi ci si
ritira e si attacca un altro lato dello schieramento, insomma si procede con
movimenti serpentini come quando si sale un tortuoso sentiero di montagna.
Schiacciare il nemico
Schiacciare il nemico significa considerarlo in partenza debole e ritenersi più
forti di lui, schiacciandolo quindi al primo colpo. [...] Al nemico in
difficoltà non si deve mai dare la possibilità di riaversi.
Distruggere sino in fondo
[...] è necessario, perciò, spezzare definitivamente la forza interiore del
nemico, facendogli percepire la sconfitta persino nella più intima fibra. [...]
Se riusciamo a schiantare lo spirito di combattimento del nostro antagonista,
non dovremo più preoccuparci di lui; in caso contrario la contesa non può dirsi
finita e dovremo continuare senza avere alcuna esitazione.
Il condottiero conosce le truppe
La dottrina dell'Hejo esige che questo principio sia applicato sempre nel corso
delle battaglie. Chi ha approfondito la via dell'Hejo considera i soldati nemici
come se fossero i suoi ed è in grado di spostare le truppe avversarie come se
queste fossero ai suoi ordini. Le spinge di qua e di la ma, a suo piacere. Il
grande condottiero comanda anche la parte avversa, ma ci vuole molta esperienza
per arrivare a un simile livello.
La via dell'Hejo è lineare e non consente direzioni, dobbiamo essere sempre
animati, perciò, dal sincero spirito di combattere i nostri nemici e trionfare
su di essi.
Secondo l'Hejo è indispensabile smantellare la posizione del rivale nel corso
del combattimento, mediante azioni improvvise che lo distraggano e lo turbino e
ci consentano di batterlo. Quando il nemico smarrisce il giusto ritmo è il
momento di portare il colpo di grazia. [...] in battaglia si deve attaccare il
nemico per primi, dopo aver valutato l'entità delle sue forze e le condizioni
del terreno; colpire per primo è meglio che doversi difendere. |